Molto spesso il management aziendale si fa aiutare dai KPI per valutare l’azienda per aspetti quali l’andamento in termini di risultati economici, l’efficienza produttiva, le performance di attività, i confronti con il mercato o con forecast: i KPI li usiamo tutti, nella vita quotidiana, quali indici utili ed efficaci che riescono a riassumere molteplici aspetti in prospetti di sintesi.

KPI non devono, però, diventare un accessorio di moda. Le tendenze talvolta influenzano i nostri gusti, forse li guidano, per cui quello che vediamo nelle vetrine diventa attraente e l’occhio si abitua a vedere un determinato colore o modello.

Non è possibile replicare gli stessi indici a tutte le aziende o a tutti i fattori che si analizzano. È indispensabile scegliere con cura cosa misurare, come misurare, la frequenza di rilevazione, i destinatari delle analisi.

Talvolta le analisi di alcuni indici, decontestualizzati, possano dare una errata interpretazione dell’evento e spingere l’owner del processo a trarre conclusioni non corrette. Se un KPI misurasse il numero di modelli ideati da uno stilista, ad esempio, introducendo un numero minimo mensile, lo indurremmo a massimizzare la sua produttività. In questo caso, probabilmente, il malcapitato stilista si sentirà autorizzato a creare abiti simili tra loro, analoghi a quelli esistenti, senza trasferire creatività, genio ed estro proprie del lavoro che sta svolgendo. Con questo non vogliamo dire che sia plausibile pensare ad un modello all’anno…

Forse il numero di modelli creati non è un corretto KPI per lo stilista, anzi, sarebbe meglio valutare la penetrazione del mercato, la capacità di influenzare la moda e le tendenze e altri fattori.

Se un’azienda sta investendo, vuole crescere e ha pianificato un anno di investimenti, la marginalità totale sarà messa in secondo piano rispetto ai progetti sviluppati/discussinon tutto può essere riassunto con un numero… assoluto, fine a se stesso. Prima di definire i KPI, è necessario fare un’analisi del momento storico che vive l’azienda, valutando gli obiettivi di medio e lungo periodo, stabilire una scala di priorità, valutare l’impatto delle singole azioni. Dopo averli definiti, vanno testati ed interpretati: rispondono alle domande che avevamo fatto inizialmente? Dopo averli introdotti (con successo) è utile rivederli periodicamente per capire se sono intervenuti dei cambiamenti che rende necessaria una rivisitazione degli indici.

I KPI non sono una moda e neppure una consolidata abitudine (“li abbiamo sempre fatti così”), sono un utile strumento in grado di dare evidenze al management sullo stato dell’azienda. Ma a noi piace pensare che un KPI debba essere un capo di sartoria, vestito sull’azienda in base alle misure e forme della società. Non può essere acquistato e vestito senza neppure un aggiustamento!