Possiamo chiamarla contabilità analitica, contabilità gestionale, contabilità per commesse o centri di costo ….l’unico termine che a me non piace è “contabilità industriale”. Perché rimanda all’idea che il controllo di gestione sia di sola competenza delle aziende industriali. Invece è un potente strumento anche per le imprese di servizi!
Mentre la contabilità generale si occupa di tutte le scritture indispensabili per il bilancio civilistico, per il calcolo delle tasse e di tutti gli adempimenti fiscali/legali/istituzionali dell’azienda, la contabilità analitica ha come principale destinatario il management aziendale e analizza i principali fattori interni per comprenderli meglio e dominarli.
Non esiste una lista standard dei fattori interni da analizzare: dipende dal tipo di azienda (dimensioni, settore merceologico …) e dal momento storico che l’azienda stessa sta vivendo; oltre all’analisi della redditività per commessa, al centro di costo, all’analisi dei costi indiretti e di struttura e a quella dei costi fissi e variabili si affiancano budget, forecast, analisi degli scostamenti e reporting di vario tipo.
Già, ANALISI, REPORTING. La contabilità analitica utilizza tutti i valori registrati in bilancio (con qualche doverosa eccezione, come ad esempio gli ammortamenti che possono avere aliquote diverse) per:
- AGGREGARE SECONDO CRITERI STABILITI
- PREDISPORRE REPORT
- EVIDENZIARE DELTA CON VALORI DI RIFERIMENTO ( BUDGET, CHIUSURA PRECEDENTE, ANNO PRECEDENTE)
- CONDIVIDERE ED ANALIZZARE I RISULTATI CON IL MANAGEMENT AZIENDALE
La contabilità analitica aiuta a comprendere il business e i punti di forza e debolezza. La consapevolezza e la conoscenza danno valore aggiunto. Sempre. Scegliere di sbagliare o di azzardare avendo il quadro generale della situazione è meno imprudente che fare dei salti al buio: almeno si sa da quale altezza ci si sta buttando!
La fase più delicata della contabilità analitica è la definizione della struttura della contabilità analitica. Tutto parte da qui: definire il piano dei centri di costo e delle commesse (COSA VOGLIO CONTROLLARE?), criteri di eventuali ribaltamenti di costi (I COSTI DI STRUTTURA DEVONO ESSERE RIBALTATI SULLE UNITA’ PRODUTTIVE?), tipologia dei report (QUALI EVENTI MONITORARE? ), capillarità e periodicità dei dettagli del report ( QUANTI DETTAGLI MI SERVONO? ). Da qui si parte con il budget per passare ai consuntivi e all’analisi delle varianze.
Perché è così importante spendere del tempo per definire tutte le voci indicate?
Innanzitutto perché non esiste una sola regola per costruire un modello di controllo di gestione perfetto: è necessario avere una conoscenza approfondita delle dinamiche e delle criticità aziendali per capire cosa sia utile controllare. Tutti i flussi aziendali (dall’assunzione fattura alle registrazioni di ratei) seguiranno la logica e le regole impostate. Il budget verrà costruito con tali assumption (presupposti).
La contabilità analitica offre innumerevoli vantaggi, ma ha un costo: disperdere energie o sbagliare le definizioni produce un immediato dispendio economico. Recuperare in progress una errata impostazione è molto oneroso e spesso genera errori e imprecisioni….