Dopo Natale sono andata in un paio di negozi eporediesi; il caos della ricerca spasmodica dei regali a dicembre lasciava il posto al quieto riordino degli scaffali. “Dobbiamo prepararci per Carnevale”, ha commentato la titolare di un negozio.

Ad Ivrea, da dopo Natale ci si sente proiettati verso lo STORICO CARNEVALE. Io non ci avevo pensato, ebbra di panettone e frastornata dal susseguirsi di giornate di festa.“ Il 6 gennaio escono i pifferi” ha continuato.

E si inizia.

Ad Ivrea il Carnevale è un evento molto sentito: ci sono tante tradizioni e riti legati a questa importante manifestazione. Dall’esterno si apprezza solo la punta dell’iceberg, la battaglia delle arance, la sfilata, i fuochi d’artificio. Tutto molto bello (e consiglio, per chi non la conoscesse, di leggere la storia della nascita del Carnevale eporediese) ma… prima di arrivare ai fatidici 3 giorni di tiro, all’attesa uscita della Mugnaia, alle tipiche fagiolate rionali, o alla festa del giovedì grasso, ci sono molti preparativi.

Il Comitato organizzativo traccia lo scheletro della manifestazione, i gruppi si incontrano per decidere come scandire quelle giornate nei minimi dettagli. È un importante momento sociale di aggregazione (e, ammettiamolo, talvolta disgregazione!).

È UNA TRADIZIONE FORTISSIMA, IMPORTANTE DA COLTIVARE.

Possiamo tracciare un parallelismo con il mondo del lavoro: se pensiamo al modello olivettiano – sempre in tema di clima eporediese – è importante la produttività sia legata ad un clima sereno e disteso, per lavorare e vivere bene.

Dialetti, tradizioni: ogni territorio, anche se contaminato dall’esterno, mantiene la propria identità ed orgoglio. La somma di tutte le tradizioni locali, come un patchwork ben confezionato, crea un tessuto dinamico e favorevole per il Nostro Paese.

CREDIT PHOTO COVER: STORICO CARNEVALE DI IVREA