Quindi….chi lavora sbaglia? La risposta è scontata….”SNI”
Nell’uso comune l’espressione “solo chi non lavora non sbaglia”, viene utilizzata come un’affermazione piuttosto che come domanda; talvolta per giustificarsi con il proprio responsabile o nei confronti di un cliente.
Rispondere alla domanda “Chi lavora sbaglia?” in maniera assolutamente obiettiva, senza considerazioni personali è sicuramente impresa più ardua.
Partiamo da un presupposto…
Analizzare l’errore deve essere la principale preoccupazione per riuscire a circoscrivere nel più breve tempo possibile cause, effetti e le numeriche impattate. L’analisi delle problematiche aiuta a migliorare i processi e individuarne eventuali anelli deboli.
L’identificazione della causa che ha generato il problema, obbliga necessariamente a ripercorrere Step by Step il processo con occhio critico ed attento.
… riflettiamo….
- Ci sono state modifiche procedurali che non si sono apprese?
- Le procedure sono ben delineate?
- Ci sono stati cambiamenti a livello di SW gestionale?
- I dati ci vengono forniti da altri reparti? Se sì, sono stati verificati?
- Quali sono gli impatti sull’intero processo?
- Quante sono le numeriche impattate?
- Il processo ha un’elevata manualità?
Un approccio metodico della gestione criticità può far emergere nuovi scenari che non erano stati previsti, miglioramenti nella gestione, snellimento di un processo e, perché no? Fare efficienza.
…Concludendo…
Ridurre o eliminare la possibilità che il problema si ripresenti è altrettanto importante. Creare un sistema di controllo è fondamentale, senza tralasciare l’importanza di condividere con gli attori coinvolti gli esiti delle analisi ed i rimedi da adottare.
Non in tutti i processi produttivi è possibile riuscire ad azzerare il rischio di errore. Quindi, certamente chi lavora sbaglia. Identificare le action per far si che il problema non si ripresenti, può portare a formulare proposte e analisi ad altissimo valore aggiunto, trasformando la criticità in opportunità di miglioramento.